PROGETTO IDEATO E ORGANIZZATO DA PRISCILA CUJILAN - GENOVA DICEMBRE 2009

mercoledì 6 aprile 2011

II Edizione - Concorso di Poesie,Testimonianze e Racconti della Diaspora Ecuadoriana "Jorgenrique Adoum"


1° CLASSIFICATO: Prima Sezione – Adulti

Diana Vanessa Holguin Castro

-----NUDA-----

Oggi mi trovo persa,

e nuda…..

sono una donna,

e la mia bellezza….

È strana ma pura…

Il mio corpo,

come il vetro

può essere spezzando,

dalle mani di qualcuno

che non hanno mai sfiorato

petali come i miei……

soffici e profumati,

dolci come il miele

che puoi innamorarti…

E…

Pensando…

Mi guardo,

chi troverà

in me bellezza

come le donne di Picasso….

La mia anima è

Scoperta come

Il mio corpo….

Ed è così fragile,

ma impetuoso….

Bellezza nascosta,

come il nettare dei fiori…

nessuno ti guarda,

nessuno ti vuole,

perché gli uomini d’oggi

non vogliono il cuore…


2° CLASSIFICATO: Prima Sezione – Adulti

Walter Espinoza

NIENTE


sono come un'ombra nel mondo

pero nessuno lo sa che sono forte

sono come il vento che accarezza la città

pero nessuno lo sa il dolore che provo

sono una stella all'infinito.

Pero nessuno lo sa la solitudine che provo

sono ombra che nessuno toca

pero nessuno lo sa la gioia che ha

sono come il sole che riscalda il pianeta

pero nessuno lo sa come il cuore palpita.

Sono un uomo che camina per la vita

pero nessuno sa lo fragile che sono

sono anima che gira

pero nessuno sa il cuore che ho

sono angelo della notte

pero nessuno mi cerca


1° CLASSIFICATO: Primo Classificato – Giovani

Tamayo Saltos Dina Keyla


LETTERA D’AMORE

Mia cara signorina, mia dolce amata,

da quando ci sei tu, la mia vita è cambiata.

Ti scrivo per dirti che mi fai impazzire,

Che ogni volta che mi guardi, mi sembra di morire.

Ciò che sento per te è unico, grande e impossibile.

Ma con il mio atteggiamento non lo rendo assai credibile.

Ogni volta che mi stai vicina, non ti riesco più a parlare.

E contemplando il tuo dolce sguardo, vorrei il tempo fermare.

Ti sogno ogni notte, sei il mio unico pensiero:

Io ti amo con tutto il cuore, te lo dico per davvero.

L’amore sei tu con i tuoi occhi e la tua allegria,

la tua fantastica personalità e la tua euforia.

Vorrei stare insieme a te per condividere questo amore,

creato da sguardi e parole che mi provengono dal cuore.

Io, così impacciato, tu, così sensibile…

In questa triste realtà sei il mio sogno impossibile



2° CLASSIFICATO: Prima Sezione – Giovani

Rodriguez Flores Jessica Johana

Yo: el Amor

Ojos,

sus ojos miré

y desesperado de él pregunté.

Ella con palabras mudas algo simple respondió,

talvez no le era aún familiar hablar de lo que un día le dolió.

No supo darme más que una noticia

de aquellos años que devoraron, de él, la infancia.

No conoció tanto sus caprichos y rebeldía,

pues fue solo cuando en él aquel rostro de niño se perdía

que el destino permitió volverse conocidos.

Silencio,

sin palabras comenzó a contarme.

Me extrañé y empezé a imaginar lo poco que pudo regalarme;

que se volvieron estrellas fugaces de un mismo cielo, me contó,

que él era el espejo y ella aquel reflejo que él mismo reflejó.

Su universo y el de él se volvieron uno solo, al juntarse,

gobernado por leyes no físicas, donde no había de que preguntarse.

Me dí cuenta cuando se calló que el silencio era más importante.

Solía tener más valor que una palabra insignificante,

más que un discurso obligado y necio.

Vida,

entonces su vida la mía se volvió,

como un ladrón que se adueña de lo que no debe mi alma se sintió.

Empezó en un papel mi bolígrafo a dibujar una poesía;

dejé caer una lagrima y no supe resistir a lo que pasaría.

Sus labios expresaban desesperación cuando pronunciaban un aparente triste final,

mi alma se rompió en pedazos así como cundo en el piso se rompe un cristal.

No me imaginé que de ella hubiese podido conocer lo que nadie había conocido,

Por eso busqué las justas palabras para inmortalizar lo que ella ya había dejado al olvido,

de él y de ella: la vida.

Guerra,

guerra había en él: su sueño;

se había anidado en su corazón y ahora él resultaba ser su dueño.

Miraba su pasado y admiraba su futuro, se alejó a una condición.

Convencido de su decisión con un gesto duro me separó de su corazón.

Mas nunca imaginó que vestido de caqui, verde y marrón su vida hubiese podido dejar,

no escucho su Patria Ecuador cuando le avisó que en un avión todo hubiese podido terminar.

No además dolor más grande que el suyo, la Madre, que sin pensar

y por mi, su vida y su destino también quiso dejar,

tubo que, entre su fe y su aflicción, aquella Madre, también en guerra entrar.

Muerte,

muerte que pierde todo su sentido después de haber visto el Sol,

muerte que abraza cariñosa una vida eterna mientras muestra su esplendor.

Alegría que se pierde detrás de un aDiós,

alegría que se volvío eterna al frente del tiempo engañador.

Como expresar que no hubo muerte, mas bien una nueva vida en su interior,

que ella con una mirada me suplicó que sin palabras fuera quien consuela su dolor.

Me enteré, al final, que la vida de ella no se fue con él junto a las lagrimas derramadas sobre su cajón,

que su vida se quedó aún en este mundo para dejarse contar de mí,

yo: el Amor.




CLASSIFICATO: Seconda e Terza Sezione - Adulti

Juan Pablo Olivo Mera


De quièn es la tierra ? ( A chi appartiene la terra ? )

“Il Fiume Congo”, così si chiama ancora Il piccolo insediamento dove ebbe inizio questa piccola storia. Il nome è famoso e, se ci pensiamo bene, immaginiamo un posto enorme, forse gigante come effettivamente è il gigante paese africano. A questo punto però vi devo raccontare brevemente che legame c’è tra questo paese africano e la mia terra d’origine, sarebbe più corretto dire il mio paesino d’origine che appunto si chiama in spagnolo La Rio Congo.

La mia famiglia ha origini umili, sia da parte di mio padre che da parte di mia madre, sono tutti figli di braccianti contadini, mio nonno paterno, cosi come suo padre e cosi come doveva esserlo mio padre Pedro Pablo. Mio nonno materno era un bracciante contadino, così come suo padre e così come doveva esserlo mia madre Olga Estelia. Tutti lavoravano e vivevano nelle terre appartenenti alla Caffè Robusta International. I proprietari di queste terre erano la famiglia latifondista belga, ecco il legame !! Il Congo allora era dominato dai belgi e la terra natale dei miei più vicini parenti era dominata, insieme ai suoi abitanti, così come nel Congo belga, da una famiglia belga che senza tanta immaginazione diede un nuovo nome al fiume che spassava dentro “le loro” terre. Così il fiume che originariamente si chiamava Pichincha diventa, ripeto senza tanta immaginazione, “il fiume Congo”.

Vi lascio immaginare la vita dentro ai “cafetales”, le coltivazioni di caffè, vi lascio pure immaginare come si sono innamorati mio padre e mia madre, ma ora non me la sento di raccontare la loro storia. Facciamo un salto nel tempo e andiamo fino all’anno 1976 quando Pedro e Olga emigrano dalle campagne del Rio Congo alla città delle opportunità conosciuta come Guayaquil Caliente o Santiago de Guayaquil, la città del lavoro, del commercio, la città dove tentare una vita migliore.

Nè Pedro nè Olga nè altre decine di migliaia di persone emigrate a Guayaquil sanno che in questa città di cosi tante opportunità mancano le abitazioni. Non ci sono nemmeno le terre dove costruire delle case popolari, così improvvisamente e senza volerlo diventano dei senza terra: gente che non ha dove dormire, dove cucinare, dove lavarsi, dove vivere, dove far crescere i loro figli.

Comunque sia queste persone vogliono progredire, vogliono andare avanti, vogliono migliorare condizioni di vita ed un futuro migliore, questi sogni quasi irraggiungibili, sono pronte alò sacrificio e a sudare, a faticare come dicono a Napoli, così iniziano ad occupare delle terre alle periferie della città. La mia terra d’origine, dove ho giocato da quando avevo due anni, è la terra delle occupazioni e mai per noi che ci viviamo, siamo gli invasori.

Comunque sia la mia terra d’origine, terre occupate, sono delle terre situate lungo un fiume d’acqua salmastra questo fiume si chiama Estero Salado ed allora negli anni 80 era pieno di pesci, di granchi e di mangrovie e in questo posto molto bello i miei, insieme ai nostri vicini iniziano a costruire le loro case, e quindi anche la mia casa in un luogo che per natura era più predisposto ad ospitare alligatori, iguane e tanti altri animali simpatici.

Prima di venire a Genova ho vissuto in queste terre fino ai 17 anni di età, abbiamo difeso i nostri quartieri dalle ruspe delle autorità per anni. Ad un certo punto esse non sono più tornate a distruggerle. Nelle cartine delle città di Guayaquil non sono stati disegnati i nostri quartieri fino agli anni 2000 ma io, Juan Pablo Olivo Mera, nato vicino al fiume Congo sapevo che li dov’era disegnato il fiume d’acqua salmastra, chiamato in spagnolo El Estero Salado, c’era la mia terra, un luogo per natura era più predisposto ad ospitare alligatori, iguane e tanti altri animali simpatici.

C’è una canzone che dice che in passato la terra non aveva ne padroni ne confini.

Allora mi domando e vi domando, a chi appartiene la terra?

P.S. : dedicato ai giovani tunisini, che cercano in Europa una vita migliore.

CLASSIFICATO: Seconda e Terza Sezione – Adulti

Lissette Isabel Jiménez Moncayo


Vita facile e felice per gli extracomunitari, macché…

Secondo l’articolo 3 della Costituzione Italiana, tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni sociali e personali. Dunque la Repubblica dovrebbe procurare la rimozione degli ostacoli di ordine sociale ed economico i quali si creano a causa della diversità tra i cittadino, e che influenzano il corretto sviluppo della nazione.

Ma non tutti gli abitanti di uno stato sono cittadini; e allora questo cosa vuol dire?

Che essi non godono delle condizioni di appartenenza a questo stato, ma non solo, significherebbe che gli stessi non possono sfruttano pieno i loro diritti, e di conseguenza non possono assolvere tutti i loro doveri.

Su questo argomento devo esprimere le mie considerazioni.

Dal momento che non sono cittadina ho subito molte discriminazioni, ma come tanti altri.

Soprattutto a causa della diversità del colore della mia pelle, ma non solo anche l’idioma differente ha influito molto.

Il fatto è che la maggior parte dei cittadini italiani, catalogano noi stranieri sotto uno stesso profilo, spesso si sente parlare di noi in questo modo: Tutti gli extracomunitari sono uguali vengono qui ci rubano il lavoro, e come se non bastasse quelli che non lavorano vengono a delinquere nel nostro paese tanto se poi li chiudono in galera, li manteniamo noi con le tasse che paghiamo, sono dei maleducati; si riuniscono tra di loro formando delle gang il cui unico scopo è portare il paese in rovina.

Questi sono solo alcuni degli sgradevoli commenti che certi fanno.

Bisogna anche soffermarsi su certi atteggiamenti che ci riservano. Molte volte mi è successo di vedere una donna di colore salire sull’autobus con un bambino in braccio, alla quale non è stato offerto il posto a sedere, e questo è il meno.

Ci escludono da alcune attività le quali sono tenute in serbo esclusivamente per i cittadini.

E allora penso che il concetto di cittadino dovrebbe andare un attimo riveduto dalla Repubblica, allorché con la parola cittadino s’intende un membro di una collettività organizzata.

È palese che non tutti gli extracomunitari siamo uguali, quindi sarebbe giusto che non ci classificassero sotto un unico concetto.

Ora che ho detto il mio parere, vorrei condividere una storia più che personale molto intima per me, con voi, sperando di non essere né derisa né giudicata.

Ormai sono passati poco più di cinque anni dal mio arrivo in Italia, e devo dire che al momento sono felice. Ho degli amici, un ragazzo e una madre a dire poco fantastici, è anche grazie a loro, ma che dico?, è soprattutto grazie a loro che ho superato dei momenti terribili, perché anche se ora ho adottato le tradizioni de questo paese bellissimo, non c’è stato un anno di pace, un anno in cui io non abbia sentito commenti sgradevoli a proposito del colore della mia pelle, risate stridule per il solo sbaglio nella pronuncia di una parola. A scuola, ragazzini che molte volte mi hanno portaro al bordo dell’esasperazione, ricordo alcuni episodi in cui mi hanno chiamato brutta negra, ed ero guardata dall’alto in basso per il semplice fatto di essere diversa. Erano giornate in cui trattenevo le lacrime durante le lezioni, e poi andavo subito in bagno e scoppiavo a piangere, oppure aspettavo d’arrivare in casa per sfogarmi con mia mamma, ricordo che lei mi ha sempre detto di tenere duro, che dovevo essere forte, ma credetemi in certe occasioni mi risultava difficile sopportare il trattamento riservatomi. Mi laceravano l’anima i diversi insulti, e non facevo altro che subire in silenzio, perché non ho mai avuto il coraggio di ribellarmi, non fraintendetemi; se mi capitasse ancora penso che reagirei nello stesso identico modo d’allora, per il semplice fatto che ho sempre pensato che loro l’avrebbero vinta comunque, datemi pure della codarda.

Che Iddio mi perdoni per quello che ho desiderato che succedesse a queste persone che tanta sofferenza mi hanno recato, oh innumerevoli sono state le volte in cui ho tanto ambito, in cui ho tanto pregato perché il colore della mia pelle mutasse da stupida ragazzina qual ero.

Queste persone magari lì per lì non ci pensavano, non si preoccupava di quanto i loro oltraggi potessero logorarmi l’anima, probabilmente arrivavano a casa che non ricordavano più niente, mentre nel mio caso mi spettava un periodo di depressione, un periodo di riflessione su quanto facesse male vivere.

Ancora oggi mi succede questo ma posso dire che sono diventata meno vulnerabile, più cinica e il merito è anche loro, fa ancora molto male rammentare questi momenti, sono tentata del desiderio di volerli cancellare, ma purtroppo non e forse mai potrò, perché fanno parte della mia vita, rappresentano, un pezzo importante nella mia storia.

Chissà quanti altri ”Stupidi Ragazzini” troverò sulla mia strada, i quali non vorranno fare altro che sminuirmi con le loro azioni, con le loro losche parole.

Senza ombra di dubbio non sono l’unica ad avere assaggiato tutti questi disagi, come me ce ne sono migliaia di persone, che continuano a subire in silenzio la prepotenza dei tiranni; solo perché non hanno il coraggio di affrontarli, perché la pensano come me, pensano che gli stupidi ragazzini hanno tutto per poter vincere, e noi non siamo altro che poveri extracomunitari con l’illusione di un giorno poter essere trattati nello stesso modo in cui sono trattati gli altri, senza fare distinzioni, anche se in cuor nostro sappiamo che il mondo non è ancora abbastanza preparato per fare fronte al Cosmopolitismo.


1° CLASSIFICATO: Quarta Sezione – Adulti

Paola Qyrana

Terre ( Riflessione )

Attimi sospesi in questa terra

ai miei ricordi infantili sconosciuta

e pure li porto dentro di me

come collane.


Attimi di silenzi dai viaggi che ho fatto, che faro...Ieri, oggi, domani

che mi portano lontano alla terra, a me cara

E pure sono figlia di terre vicine, lontane, future

di sapori salati, amari, dolci...

Terre dai colori marroni, rossi, infiniti

non esistono confini

d'amore sono natta come tutti

mi distingue solo il luogo dove la sua carezza fu la prima, data

là nella terra dove sono nata.



2° CLASSIFICATO: Quarta Sezione – Adulti

Caterina Marre’ Brunenghi


TRANSUMANZE

Le parole che sono partite con loro

sono rimaste là,

seminate nella terra

sposate con quelle del paese.

Hanno fatto figlie

somiglianti alle une o alle altre.

Le loro nipoti sono tornate.

Nascoste nelle valigie e in fondo alle tasche,

come le uova di zanzara portate dalle navi

nelle chiazze d’acqua

sopravvissute al sole.

Non sapremo mai chi ha seminato

e chi ha raccolto.

CLASSIFICATO: Quarta Sezione – Giovani

Annunziata Stilo

VORREI

Vorrei volare via ed abbracciare il sole,
vorrei addormentarmi su una nuvola e salire su una stella.
Vorrei dipingere l’arcobaleno e giocare a nascondino nella nebbia.


Vorrei andare nel Paese natio e dire: “Rimango qui”!
Vorrei la pace tra Ta gente ed un mondo senza guerre.
Vorrei un mondo migliore, di regole rispettate.


Vorrei tanti colori, per esprimere la pelle della gente,
vorrei un futuro roseo per vivere tutti felici,
vorrei gridare a ognuno”amore e libentà”


Vorrei avere sempre un’amica a cui tendere la mano,
vorrei avere la tua risposta sincera per non sentirmi sola,

vorrei illuminare con un sole radioso, il cammino della vita.





CLASSIFICATO: Quarta Sezione – Giovani

Mattia Bianco e Mattia Tinebra

RAP del diverso


Nasciamo tutti allo stesso modo,

viviamo tutti in modo diverso,

soffriamo tutti nessuno escluso,]

c'è chi ha niente,c'è chi ha tutto,

milioni di volti smarriti nel lutto,

...

milioni di persone vagano nel mondo cercando una ragione

chiedono perchè varcate le auliche colonne della vita

da se stessi non hanno ancor trovato via d'uscita

la paura del diverso dalle proprie concezioni,

la fdifficoltà a spiegar le proprie azioni,

volte a cacciare via

qualunque cosa non sia

il proprio riflesso

senza distinzioni di razza o di sesso...

a questo porta la paura del diverso.

Si vive ormai in un mondo sporco come un cesso

dove tutto è concesso, gente che fa festa

e dopo due minuti è già li che si pesta,

drogati per strada si tirano una spada

sbattono per terra perchè la vita è guerra

vivono nei vicoli"Aiuto è pieno di pericoli!"

siam tutti diversi ma tutti ugualmente

nello stesso modo persi indifferentemente

dai pregiudizi partoriti dalla nostra mente

alcuni sempre con il desiderio ardente di ignorare

qualunque cosa gli sia differente

perchè ormai la gente non sa che vuol dire amare

tutti hanno paura di rischiare

la via più facile è senz'altro criticare

senza prendersi la briga,prima,di ascoltare

le storie che ognuno di noi vorrebbe raccontare

storie di vita dura,storie di vita infame

arrivare a fine mese con i morsi della fame

bisognerebbe proprio imparare che…








Il Gruppo di Studenti Ecuadoriani dell’Università degli Studi di Genova - Facoltà di Lingue e Letterature Straniere,

El Grupo de Lectura en Español de la Biblioteca Cívica Berio y

L’Unione di Solidarietà degli Ecuadoriani in Italia (USEI)

Con el patrocinio del Consulado General del Ecuador en Génova

E con il contributo di

Banca Carige, Associazione Tonino Archetti Onlus, Centro Studi Medì, Libreria Books in The Casba, Biblioteca Civica Berio-Comune di Génova, Cattolica Previdenza, Pachamama Abbigliamento Artigianato Latinoamericano, Revista “Mi País”, Agencia de Viajes Palo Alto, SENAMI-Secretaría Nacional del Migrante del Gobierno del Ecuador

Presentano

la Seconda Edizione del Concorso di Poesie, Testimonianze e Racconti della Diaspora Ecuadoriana

“Jorgenrique Adoum”, poeta ecuadoriano (Ambato 29.VI.1926-Quito 3.VII.2009), nell’ambito del XVII

Festival Internazionale di Poesia di Genova, che si terrà dal 9 al 19 giugno 2011.

L’obiettivo dell’iniziativa è di stimolare l’auto-rappresentazione e la riflessione sulla mobilità umana, in

particolare, attraverso l’espressione poetica e letteraria evidenziando gli aspetti meno conosciuti e specifici della

comunità ecuadoriana residente in Italia. Le poesie, le testimonianze ed i racconti hanno lo scopo di promuovere

lo scambio tra culture.

Il concorso verrà articolato in quattro sezioni:

1) Prima sezione: Poesie

2) Seconda sezione: Testimonianze

3) Terza sezione: Racconti

4) Quarta sezione: Poesie “reflessione sulla migrazione”


Pubblicazione

Compatibilmente con gli sponsor, una selezione dei testi pervenuti, verranno pubblicati in un volume

insieme ad una raccolta degli eleborati della Prima Edizione del Concorso 2010.


Per ulteriori informazioni

blog: http://concorsopoesiajorgeenriqueadoum.blogspot.com/

email: poesiaecuatoriana@hotmail.com

tel.: Fernanda – Kelly


LA DATA DI SCADENZA E' STATA POSTICIPATA AL GIOVEDI'19 MAGGIO!!!!



Segunda Edición del Concurso de poesía, testimonios y cuentos de la Diáspora Ecuatoriana “Jorgenrique Adoum”


Il Gruppo di Studenti Ecuadoriani dell’Università degli Studi di Genova - Facoltà di Lingue e Letterature Straniere,

El Grupo de Lectura en Español de la Biblioteca Cívica Berio y

L’Unione di Solidarietà degli Ecuadoriani in Italia (USEI)

Con el patrocinio del Consulado General del Ecuador en Génova

Y con el auspicio de

Banca Carige, Associazione Tonino Archetti Onlus, Centro Studi Medì, Libreria Books in The Casba, Biblioteca Civica Berio-Comune di Génova, Cattolica Previdenza, Pachamama Abbigliamento Artigianato Latinoamericano, Revista “Mi País”, Agencia de Viajes Palo Alto, SENAMI-Secretaría Nacional del Migrante del Gobierno del Ecuador

Presentan

la Segunda Edición del Concurso de Poesía, Testimonios y Cuentos de la Diáspora Ecuatoriana “Jorgenrique Adoum”, poeta ecuatoriano (Ambato 29.VI.1926 - Quito 3.VI. 2009), dentro del ámbito del XVII Festival Internacional de la Poesía de Génova, que se llevará a cabo desde 9 al 19 junio 2011.

El objetivo de esta iniciativa es estimular la auto-representación de los ecuatorianos y la reflexión sobre la movilidad humana, particularmente, a través de la expresión poética y literaria, resaltando las capacidades y habilidades de la Comunidad Ecuatoriana residente en Italia en el ámbito de las letras. Las Poesías, Testimonios y Cuentos tienen la finalidad de promover una visión más amplia de la realidad ecuatoriana y de facilitar la interculturalidad en la ciudad de Génova.

El concurso se divide en cuatro secciones:

1) Primera sección: Poesías

2) Segunda sección: Testimonios

3) Tercera sección: Cuentos

4) Cuarta sección: Poesías “reflexiones sobre la migración”

Participantes:

La primera, segunda y tercera sección, está dirigida exclusivamente a los ciudadanos Ecuatorianos, y la cuarta sección (sólo poesías) para los ciudadanos de todas las Nacionalidades. Todos los participantes deben ser residentes en Italia, y haber cumplido 12 años de edad, hasta el 31 de marzo de 2011.

Para los concursantes menores de edad, es necesaria una autorización escrita firmada por uno de sus representantes legales.

Premiaciones:

Por cada sección se elegirán 2 ganadores (primero y segundo lugar).

La premiación de los ganadores y la lectura de los respectivos textos se realizarán el día 11 de junio de 2011, a las 18h00, en el Palazzo Ducale de Génova, dentro del ámbito del XVII Festival Internacional de Poesía de Génova.

Modalidad de participación:

  1. La inscripción es gratuita.
  2. Los textos serán de libre inspiración.
  3. Cada participante podrá presentar un máximo de tres textos (cuya sección será a criterio del participante).
  4. Cada poesía deberá contener un máximo de 500 palabras
  5. Cada cuento/testimonio deberá contener un máximo de 1500 palabras.
  6. Los escritos deberán ser absolutamente inéditos y no haber sido publicados o premiados en concursos precedentes.

7. Los textos se deben presentar en un sobre cerrado, no firmados y en una página aparte incluir la siguiente información:

· Nombres y apellidos

· Lugar y Fecha de nacimiento del participante, residencia, dirección postal (cap), correo electrónico y número de teléfono fijo o celular.

· Títulos de las poesías, testimonios y cuentos enviados.

Condiciones de entrega:

Los escritos deberán ser entregados personalmente, enviados por correo ordinario (posta) o correo electrónico, hasta el día lunes, 9 de mayo de 2011.

En el primer caso se hará constar la entrega mediante un recibo, en el segundo, será el sello del correo ordinario, y en el tercer caso, el aviso de confirmación de la lectura.

El sobre deberá enviarse por correo ordinario o entregarlo a mano a la siguiente dirección:

Concurso de Poesía c/o Pachamama
Vía Prè 125 r
16126 Génova
teléfono: 010-236-0678

Los textos deberán ser expedidos en formato Word, al siguiente correo electrónico poesiaecuatoriana@hotmail.com, con toda la información mencionada en el punto 7.

Jurado

El jurado estará presidido por poetas, profesores universitarios, escritores y artistas de diversas nacionalidades, incluyendo ecuatorianos que viven en Italia y en Francia. El jurado escogerá, a su entera discreción, los ganadores de cada sección.

Derechos de Autor

Los derechos de autor son propiedad de sus respectivos autores.

Los textos no serán restituidos.

De acuerdo al Art. 10 de la Ley italiana 675/96, que tutela la privacy, los datos de los participantes, serán utilizados únicamente para el Concurso.

Publicaciones

En acuerdo con los patrocinadores, una selección de textos recibidos, serán publicados en un volumen junto a los escritos presentados en la primera edición del 2010.

Para mayor información:

blog: http://concorsopoesiajorgeenriqueadoum.blogspot.com

email: poesiaecuatoriana@hotmail.com

Fernanda – Kelly